Informazione & Obiettivi

Introduzione

Stato dell’arte

Negli ultimi 50 anni in Europa sono avvenuti grandi cambiamenti sia a livello demografico che di ambiente antropico. C’è stata una grossa spinta verso l’urbanizzazione, con il risultato che numerose aree agricole sono state urbanizzate.

Quando l’espansione in orizzontale delle aree edificabili è risultata limitata, si è iniziato ad aumentare l’altezza degli edifici. Ciò ha portato ad una maggiore densità di popolazione per unità di superficie e a una riduzione delle aree a verde. La vendita di aree verdi urbane per la costruzione di edifici è divenuta una pratica convenzionale.

La mancanza di infrastrutture verdi ha portato a vari problemi tra cui la perdita di habitat ecologici, il fenomeno sempre più frequente degli allagamenti, gli alti consumi di energia, l’impermeabilizzazione del suolo, le alte temperature ambientali. Tutto questo ha un impatto negativo sulla qualità della vita in ambito urbano. La progettazione non efficiente degli edifici e la mancanza di infrastrutture verdi hanno creato alte richieste di produzione di energia, contribuendo ai cambiamenti climatici che alterano le concentrazioni dei gas serra a livello di atmosfera terrestre. Il più alto contributo viene dal consumo di combustibili fossili per la produzione di energia, processo che rilascia anidride carbonica nell’atmosfera.

In aggiunta, questi problemi hanno contribuito all’aumento delle malattie, in particolare a quelle legate al benessere psicologico, alle vie respiratorie ed alle allergie.

Le problematiche riportate non sono nuove, e per questa ragione la strategia di “Europa 2020” dell’Unione Europea mira a ridurre i fabbisogni energetici di almeno il 20% entro il 2020. Il Piano di Efficienza Energetica 2011 della UE ha identificato che gli edifici hanno il maggior potenziale di risparmio energetico. Il piano citato mette in luce i meccanismi per ridurre i fabbisogni energetici degli edifici esistenti, sottolineando in particolare il ruolo che hanno gli edifici pubblici nella divulgazione di azioni volte ad introdurre criteri di efficienza energetica.

Negli anni ’80 del secolo scorso la Germania ha riconosciuto le potenzialità delle coperture a verde nel migliorare la qualità della vita delle aree urbane. Si è documentato che i tetti verdi rendono l’edificio più efficiente dal punto di vista energetico. In seguito questa tecnologia si è diffusa in Europa e negli altri continenti, accompagnata da studi e ricerche, soprattutto nelle regioni a clima temperato. Lo standard di riferimento per la realizzazione di coperture a verde è riferito al clima temperato, in particolare per quanto riguarda la scelta delle specie vegetali. Le piante appartenenti al genere Sedum sono le preferite a motivo dei minimi requisiti per il loro mantenimento.

Sfortunatamente nelle regioni mediterranee la tecnologia delle coperture a verde è in ritardo, principalmente a motivo della mancanza di informazioni e per una serie di errate convinzioni. Il modello del clima temperato non sempre si adatta al clima locale, accrescendo così lo scetticismo per questa tecnologia sia tra il pubblico che tra gli amministratori.

In Malta le errate convinzioni su alcuni problemi tecnici (infiltrazioni dai tetti, bassa sopravvivenza delle piante a motivo delle scarse precipitazioni) hanno impedito la diffusione della tecnologia, ed anche chi credeva in questo modello di copertura è stato ostacolato dagli alti costi di installazione.

In realtà le pratiche costruttive adottate a Malta offrono ampia possibilità di diffusione delle coperture a verde in quanto i tetti sono generalmente piani e le lastre di copertura, generalmente di cemento armato o di calcestruzzo prefabbricato, hanno bisogno di poche o nulle modifiche strutturali per sostenere il tetto verde (a meno che si tratti di un verde pensile di tipo intensivo).

In Italia la situazione va riferita alla localizzazione geografica: il clima mediterraneo non è omogeneo ma varia a seconda della latitudine, della longitudine e della altitudine. La penisola italiana parte al nord da un clima temperato/semi-mediterraneo e arriva fino a un clima semi-arido all’estremo sud. Questo dà luogo a problemi nella scelta del tipo di piante e nella composizione del substrato idoneo per la sopravvivenza del verde.

E’ disponibile un’ampia documentazione sulla costruzione di coperture a verde nell’area continentale dell’Europa e negli USA, ma scarse sono le informazioni riferite alla regione mediterranea. A livello locale (Malta) mancano informazioni sulle performance dei substrati di coltivazione e sulla possibilità di utilizzare materiali disponibili in loco. E’ anche richiesto uno studio sulla possibilità di utilizzare specie autoctone sui tetti verdi; in particolare occorre verificare la loro adattabilità a condizioni ambientali difficili (esposizione a forti venti e ad elevate intensità di radiazione solare).

Gli scopi del Progetto

Poiché scarse sono le informazioni sulle performance delle coperture a verde, il Progetto si propone di fornire delle linee guida sui più importanti aspetti delle coperture a verde, creando così una piattaforma per futuri studi, e fornendo allo stesso tempo l’opportunità ed il know-how necessario per la replicabilità di questa tecnologia.

Il Progetto mira a dimostrare come la tecnologia delle coperture a verde possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale degli edifici attraverso l’isolamento, e come questo tipo di copertura sia in grado di rallentare il deflusso idrico, riducendo la probabilità di allagamenti. Questi benefici verranno resi evidenti a vari settori della società, a motivo della loro rilevanza; verranno coinvolti sia il grande pubblico che le autorità di governo del territorio.



  University of Malta    MCCAA    MAc lab    Fondazione Minoprio